Era
notte, quando dal cimitero della sperduta cittadina di Endoka, si sentì un urlo
che sembrava di un uomo, così forte quanta basta a svegliare tutta la città,
compreso il guardiano della stazione ferroviaria che era rimasto nell’ufficio
per sistemare le ultime faccende, ma si era addormentato. Filiph Osban: questo era il suo nome.
Ancora mezzo
addormentato, Filiph, uscì dall’ufficio e si diresse al cimitero,
incuriosito di sapere il perché di quell’urlo.
Guardò l’ora, erano
le tre del mattino.
Arrivato al
cimitero, si guardò attorno per vedere se c’erano tracce di sangue, ma senza
risultato, così tornò a dormire.
Il cimitero era
un posto per niente ospitale, buio, isolato, avvolto da una fitta nebbia e gli
alberi alti non facevano passare la luce della luna.
La notte dopo
successe la stessa cosa, alla stessa ora, dallo stesso posto, la stessa
voce.
La cosa si ripeté i giorni successivi finché Filiph, stufo, decise di andare a parlare
con il guardiano del cimitero per chiedergli se sapesse qualcosa delle urla.
Il custode era
un uomo rozzo, con una lunga barba spelacchiata, un vocione un po’ roco e un’
aria sinistra.
Filiph: ”Salve, mi scusi, è lei il custode del cimitero?” e lui :”Sì” disse seccamente –
“sono parecchie notti che vengo svegliato da urla provenienti da questo
cimitero, ne sa qualcosa?” e l’uomo : ”No, non mi sono accorto di niente, ho
il sonno molto pesante io, però girano voci che questo cimitero sia infestato
e maledetto da spiriti, quindi non mi meraviglio…” A questo punto l’uomo si
voltò e se ne andò.
Filiph pensò
che nessun uomo avrebbe potuto dormire in un cimitero pur sapendo che era
infestato, la cosa gli suonò alquanto strana e decise di indagare.
La notte
seguente si appostò tra le lapidi del cimitero e spiò le mosse del guardiano.
Da queste
indagini scoprì che il guardiano rientrava ogni notte con svariata refurtiva che nascondeva sotto terra e che era proprio lui il colpevole delle urla, prodotte appositamente per far credere a tutti che il cimitero fosse maledetto.
Da queste
informazioni dedusse che il cimitero non era affatto infestato e che il
guardiano era in realtà un ladro che con questa messa in scena voleva tenere lontano
le persone (e la polizia) dai suoi bottini, ottenuti rapinando banche, e vecchiette indifese.
A questo punto
le indagini di Filiph erano giunte a termine. Informò la polizia e tornò a
dormire per recuperare le ore di sonno perse.
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